Il corpo delle energie sottili

Il sistema dei chakra è arrivato fino a noi attraverso le suole tantriche tradizionali; nel tantra il corpo e la mente, invece di  essere due nemici  da combattere o trascendere, sono utili alleati da purificare, rinforzare, disciplinare e usare poi al fine di raggiungere del proprio sé. Questa concezione è adottata anche all’interno di altre tradizioni o tecniche più moderne, ed è stata modificata e rimodellata perdendo però anche molto di quello che è il suo significato originario. Ma da dove nasce questo sistema? Per prima cosa bisogno puntualizzare che i chakra non sono un concetto filosofico o una costruzione mentale. Coloro che hanno divulgato per via orale venivano chiamati Rishi, che significa “ricercatore di pensieri”. I Rishi infatti tramite la meditazione profonda, oltre a percepire al loro interno questi vortici di energia, riuscivano ad entrare in contatto con maestri o esseri superiori, grazie ai quali divennero consapevoli delle verità ultime e delle vie per raggiungerle.

Le Nadi

Secondo quanto è stato tramandato dai Rishi il nostro corpo è percorso da un grande numero di linee energetiche chiamate nadi. Tradizionalmente sono state contate 72000.

La parola nadi significa “flusso”, in esse scorre il prana shakti ( l’energia vitale)e il manas shakti (energia mentale). Nonostante le nadi e i chakra facciano parte dello shukshuma sharira, corpo delle energie sottili, e non abbiamo quindi nulla di fisico, studi recenti hanno osservato come in realtà alle linee delle nadi corrispondono quelle del sistema nervoso.

Ogni volta che due nadi si intersecano in quel punto vi è un chakra. Le tre nadi principali sono Ida, Pingala e Shushumna. Tutte e tre iniziano in Mulandhara Chakra, Ida e Pingala terminano rispettivamente nella narice sinistra e destra mentre Shushumna  termina in Sahasrara, alla sommità del capo.

I sette chakra evolutivi sono i punti dove si intersecano queste tre nadi, Ida controlla i processi mentali, intuitivi e creativi, è considerata la nadi femminile e lunare ed è portatrice di energia pranica dell’emisfero destro del cervello. Pingala influenza invece le attività fisiche, active considerata la nadi maschile e solare, è portatrice di energia pranica all’emisfero sinistro del cervello. Shushumna, che è quella centrale, scorre all’interno della colonna vertebrale ed è il canale che, se privo di ostacoli, viene percorso da Kundalini /Shakti

Spesso capita che abbiamo solo una narice del naso aperta, questo significa che solo la nadi corrispondente  è attiva.

Recenti studi hanno confermato che l’attività degli emisferi cerebrali sono collegate con il funzionamento dei cavi nasali.

Chi è troppo proiettato nell’azione dovrebbe riposare disteso sul fianco destro per attivare Ida, chi è portato alla pigrizia ed è cagionevole di salute dovrebbe invece riposare sul fianco sinistro per riattivare Pingala.

Quando l’energia pranica è presente solo in Ida e Pingala è come se il nostro corpo funzionasse a basso voltaggio. Solo quando sono attive contemporaneamente ci può essere un risveglio di Shushumna nadi, un ascesa di Kundalini/Shakti e un conseguente innalzamento del livello energetico dei chakra da essa attraversati.

I chakra

La parola chakra significa “vortice” o “ruota” e fa riferimento al vortice di energetico che si crea dalla intersecazione di  due o più nadi. Il numero dei chakra, quindi all’interno del corpo è pressoché infinito dato che le 72.000 nadi si incrociano tra loro un numero indefinito di volte. Normalmente si allude ai sette chakra considerati evolutivi e sono conessi alle sette modalità di manifestare l’energia.

Da Muladhara I chakra che è il livello della terra, della solidità e dell’inerzia a Sahasrara VII chakra che è la banda vibrazionale più alta e pura. I chakra possono essere considerati come delle centraline elettriche nei quali l’energia è portata dalle nadi che li attraversano. Ognuno di essi ha degli organi e delle parti del corpo collegate, e agiscono anche sulle funzioni psicofisiche. E’ come se fossero punti riflessi di una parte del cervello dormiente e inutilizzata fino al risveglio del chakra corrispondente.

Le problematiche collegate a questi plessi sono da considerarsi come blocchi al loro interno, che permettono all’energia pranica di fluire liberamente. Per questo si dice che ogni chakra può essere tamasico, cioè con una bassa quantità di energia che scorre al suo interno, rajassico, quando di forza pranica ce ne è troppa e tende a ristagnare, sattvico cioè in uno stato di equilibrio e luminosità.

Quando un chakra è rajassico, quindi con un eccesso di energia al suo interno dovuto a blocchi che non permettono il fluire liberamente verso l’alto, possono manifestarsi nella persona poteri o capacità psichiche particolari chiamate Siddhi.

Alcuni esempi possono essere le persone dotate di capacità pranoterapeutiche, quelle che sanno leggere la mente degli altri, che sono in grado di influire sulla volontà, o che possiedono capacità artistiche particolari. Tutte queste caratteristiche, fatta eccezione per gli esseri illuminati, sono frutto di squilibri nel sistema dei chakra e possono anche essere momentanee. Uno degli ostacoli più grandi verso l’evoluzione è rimanere imprigionati in questi poteri, provare attaccamento verso gli essi e utilizzarli ingrandendo il blocco karmico che li ha generato, invece di rimuoverlo.

Certificazioni

 

Un grammo di pratica é meglio di tonellate di teoria.
Capovolgi il tuo punto di vista.
Respira...
Ritrova te stesso.
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

Il corpo delle energie sottili

Il sistema dei chakra è arrivato fino a noi attraverso le suole tantriche tradizionali; nel tantra il corpo e la mente, invece di  essere due nemici  da combattere o trascendere, sono utili alleati da purificare, rinforzare, disciplinare e usare poi al fine di raggiungere del proprio sé. Questa concezione è adottata anche all’interno di altre tradizioni o tecniche più moderne, ed è stata modificata e rimodellata perdendo però anche molto di quello che è il suo significato originario. Ma da dove nasce questo sistema? Per prima cosa bisogno puntualizzare che i chakra non sono un concetto filosofico o una costruzione mentale. Coloro che hanno divulgato per via orale venivano chiamati Rishi, che significa “ricercatore di pensieri”. I Rishi infatti tramite la meditazione profonda, oltre a percepire al loro interno questi vortici di energia, riuscivano ad entrare in contatto con maestri o esseri superiori, grazie ai quali divennero consapevoli delle verità ultime e delle vie per raggiungerle.

Le Nadi

Secondo quanto è stato tramandato dai Rishi il nostro corpo è percorso da un grande numero di linee energetiche chiamate nadi. Tradizionalmente sono state contate 72000.

La parola nadi significa “flusso”, in esse scorre il prana shakti ( l’energia vitale)e il manas shakti (energia mentale). Nonostante le nadi e i chakra facciano parte dello shukshuma sharira, corpo delle energie sottili, e non abbiamo quindi nulla di fisico, studi recenti hanno osservato come in realtà alle linee delle nadi corrispondono quelle del sistema nervoso.

Ogni volta che due nadi si intersecano in quel punto vi è un chakra. Le tre nadi principali sono Ida, Pingala e Shushumna. Tutte e tre iniziano in Mulandhara Chakra, Ida e Pingala terminano rispettivamente nella narice sinistra e destra mentre Shushumna  termina in Sahasrara, alla sommità del capo.

I sette chakra evolutivi sono i punti dove si intersecano queste tre nadi, Ida controlla i processi mentali, intuitivi e creativi, è considerata la nadi femminile e lunare ed è portatrice di energia pranica dell’emisfero destro del cervello. Pingala influenza invece le attività fisiche, active considerata la nadi maschile e solare, è portatrice di energia pranica all’emisfero sinistro del cervello. Shushumna, che è quella centrale, scorre all’interno della colonna vertebrale ed è il canale che, se privo di ostacoli, viene percorso da Kundalini /Shakti

Spesso capita che abbiamo solo una narice del naso aperta, questo significa che solo la nadi corrispondente  è attiva.

Recenti studi hanno confermato che l’attività degli emisferi cerebrali sono collegate con il funzionamento dei cavi nasali.

Chi è troppo proiettato nell’azione dovrebbe riposare disteso sul fianco destro per attivare Ida, chi è portato alla pigrizia ed è cagionevole di salute dovrebbe invece riposare sul fianco sinistro per riattivare Pingala.

Quando l’energia pranica è presente solo in Ida e Pingala è come se il nostro corpo funzionasse a basso voltaggio. Solo quando sono attive contemporaneamente ci può essere un risveglio di Shushumna nadi, un ascesa di Kundalini/Shakti e un conseguente innalzamento del livello energetico dei chakra da essa attraversati.

I chakra

La parola chakra significa “vortice” o “ruota” e fa riferimento al vortice di energetico che si crea dalla intersecazione di  due o più nadi. Il numero dei chakra, quindi all’interno del corpo è pressoché infinito dato che le 72.000 nadi si incrociano tra loro un numero indefinito di volte. Normalmente si allude ai sette chakra considerati evolutivi e sono conessi alle sette modalità di manifestare l’energia.

Da Muladhara I chakra che è il livello della terra, della solidità e dell’inerzia a Sahasrara VII chakra che è la banda vibrazionale più alta e pura. I chakra possono essere considerati come delle centraline elettriche nei quali l’energia è portata dalle nadi che li attraversano. Ognuno di essi ha degli organi e delle parti del corpo collegate, e agiscono anche sulle funzioni psicofisiche. E’ come se fossero punti riflessi di una parte del cervello dormiente e inutilizzata fino al risveglio del chakra corrispondente.

Le problematiche collegate a questi plessi sono da considerarsi come blocchi al loro interno, che permettono all’energia pranica di fluire liberamente. Per questo si dice che ogni chakra può essere tamasico, cioè con una bassa quantità di energia che scorre al suo interno, rajassico, quando di forza pranica ce ne è troppa e tende a ristagnare, sattvico cioè in uno stato di equilibrio e luminosità.

Quando un chakra è rajassico, quindi con un eccesso di energia al suo interno dovuto a blocchi che non permettono il fluire liberamente verso l’alto, possono manifestarsi nella persona poteri o capacità psichiche particolari chiamate Siddhi.

Alcuni esempi possono essere le persone dotate di capacità pranoterapeutiche, quelle che sanno leggere la mente degli altri, che sono in grado di influire sulla volontà, o che possiedono capacità artistiche particolari. Tutte queste caratteristiche, fatta eccezione per gli esseri illuminati, sono frutto di squilibri nel sistema dei chakra e possono anche essere momentanee. Uno degli ostacoli più grandi verso l’evoluzione è rimanere imprigionati in questi poteri, provare attaccamento verso gli essi e utilizzarli ingrandendo il blocco karmico che li ha generato, invece di rimuoverlo.

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