SHANK PRAKSHALANA

 

LE CAUSE DEI NOSTRI DISTURBI

Nell’ intestino risiede la causa di molte malattie e dell’invecchiamento precoce. Per questo motivo si pone così tanta attenzione alla dieta, all’alimentazione, alle periodiche stagionali purificazioni del corpo e soprattutto dell’intestino. Oggi è comunque anche la scienza medica a riconoscere il ruolo fondamentale dell’intestino nella genesi del percorso salute e malattia, si può vedere a questo proposito il numero di Focus 101, marzo 2001,dedicato appunto all’ intestino. C’è un cervello nella pancia, e questa è stata, una straordinaria scoperta degli scienziati.

IL CERVELLO EMOZIONALE

L'intestino si emoziona, soffre, gioisce. Insomma, l'intestino è "intelligente". E'

la scoperta di uno scienziato americano e questo darà anche una svolta ai

metodi di cura. Ciò che la scienza ha battezzato come «secondo cervello»

vive sì nel ventre di ciascuno di noi: è una sorta di chiave che regola

stress, ansia e tensione.

Ogni situazione che comporta una certa variazione di energia emotiva

(aumento della frequenza cardiaca e della respirazione), (es. l'innamorarsi od

il perdere un amore, il cercare lavoro od il perderlo, avere paura o coraggio,

ecc. ecc.), avviene in una parte importante del tubo digerente, lo stomaco e

l'intestino.

Fin dall'antichità si afferma che la pancia è la sede delle emozioni e dell'

inconscio; ma per potere avere queste funzioni, occorre che la pancia abbia

un "cervello" che possa elaborare i dati autonomamente da quello superiore,

recenti scoperte (studi di neuro-gastroenterologia) hanno confermato che il

cervello enterico esiste, eccome e che esso funziona autonomamente da

quello superiore, infatti non esiste malato che non venga curato iniziando

dall'apparato digerente nell'Ayurveda, ma molto spesso nella medicina

ufficiale non viene molto considerato.

Come sempre più spesso succede, la medicina naturale, non solo non

ha torto, ma addirittura viene sempre più confortata dalle ricerche e

scoperte della scienza.

I DUE CERVELLI

I due cervelli, il cranico e l'enterico (plesso mienterico e submucosale), sono

connessi dal nervo vago. Il cervello enterico detto addominale o viscerale,

nella sua evoluzione, oltre a soprassedere alle funzioni vitali, ricerca del cibo,

elaborazione delle sostanze necessarie alla vita delle nostre cellule, compito

assai riduttivo per una cosi grande massa di neuroni, la natura ha previsto di

investirlo di proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni ed

all'inconscio del soggetto; infatti le sue cellule producono neurotrasmettitori (il

95% della serotonina è prodotta in quella sede) e proteine che contribuiscono

al buon funzionamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e quindi

dell'intero apparato biologico umano.

Gli stati d'animo dipendono anche dallo stomaco.

Il secondo cervello (il cervello enterico) secerne delle sostanze

psicoattive (oppiacei, antidolorifici, calmanti) che influenzano gli stati di

animo.

La serotonina, ci dicono i ricercatori, è interessata anche del riflesso

peristaltico. Quando il cibo, ormai divenuto bolo intestinale, passa nel tubo

digerente a contatto con la mucosa intestinale, i neuroni situati nella sede

interessata al passaggio del bolo, si stirano e stimolano di conseguenza delle

cellule (enterocromaffini) a liberare la serotonina che a sua volta agisce su

altri neuroni che sono situati sotto la mucosa stessa, che comandano a loro

volta le cellule muscolari, all'interno dell'epitelio della mucosa del tubo

digerente, di dilatarsi e/o di contrarsi creando un flusso di "contrazione" a

monte e "dilatazione" a valle (come i movimenti di un bruco) per far avanzare

in una unica direzione (verso l'ano) il chimo - cosi' e' chiamato il cibo ingerito

dalla bocca e predigerito dallo stomaco, quando transita nella parte all'uscita

dello stomaco verso e nel duodeno, poi esso e' chiamato chilo - dal duodeno,

digiuno e nell'ileo, zone nelle quali convive la nostra flora autoctona biovitale -

batteri, funghi, enzimi - flora deputata a demoleculizzare (ridurre in molecole),

il chilo (che e' il bolo - cibo - pronto ad essere assorbito, in sostanze vitali e/o

non, e che, una volta assorbite dalla mucosa intestinale per mezzo dei villi,

vengono in seguito trasportate dal sangue alle cellule per il loro nutrimento

IL CERVELLO CRANICO NON HA LA PREDOMINANZA

Per molto tempo si è pensato che il cervello di sopra (nella testa)

avesse la predominanza e/o superiorità in tutte le funzioni vitali, ma da

quando sono state fatte le scoperte che tutta la parete, la mucosa

intestinale è cosparsa di neuroni legati alle funzioni vitali dell'apparato

stesso, si è compreso che vi è una totale integrazione dei due cervelli,

distanti e separati, ma operanti in sintonia ed integrazione per le

funzioni vitali dell'essere stesso.

Un altro fatto risulta dall'utilizzo improprio di determinati farmaci, es. quelli

gastroenterici producono alterazioni cerebrali/mentali nella testa e gli

psicofarmaci producono effetti indesiderati nell'intestino. Con tutta probabilità

la sindrome del colon irritabile è dovuta ad una irregolare comunicazione fra il

cervello di sotto e quello di sopra e/o viceversa; in questo caso la quantità di

impulsi nervosi è a favore del cervello enterico, perché vi si sommano gli

impulsi derivanti dall'inconscio che "vive" nel DNA contenuto nelle cellule neuroniche che vi sono nel cervello di sotto, il quale invia i propri segnali

anche all'encefalo superiore, nel sistema limbico cerebrale, area deputata ad

interpretare ed elaborare i segnali delle sensazioni emotive, ricevute anche

dal cervello inferiore.

IL CERVELLO DI SOTTO È IN GRADO DI MEMORIZZARE LE ANSIE

Il cervello di sotto è in grado di memorizzare le ansie, le emozioni e di

elaborarle con quelle già memorizzate nell'inconscio in precedenza e di

fornire quindi le variazioni di livello delle funzioni adatte dell'apparato

intestinale e quindi dell'intero sistema biologico.

Di sicuro è il cervello di sopra nella testa che raccoglie i dati, li elabora

suscitando le emozioni, ma è la pancia che riferendo la sua "versione",

prepara un profilo emotivo sul quale vanno ad impiantarsi le attività del

cervello superiore. Il cervello di sotto è in grado di recepire e riconoscere non

soltanto i vari cibi adatti introdotti nella bocca, ma anche le sostanze

velenose.

Quindi è chiaro che ogni situazione emotiva e/o di cibo cosi come

introduzione di farmaci e vaccini, non adatti, generano nel cervello di

sotto (intestinale) delle piccole, medie, grandi reazioni, utili ad ogni

situazione (conscia e/o inconscia gestite dai due cervelli) vissuta nella

vita quotidiana. Il cervello di sotto quindi, non è solo legato alle reazioni

al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare

sensazioni autonomamente da quello di sopra, come insegna la

neurogastroenterologia, vedi la colite, l'ulcera, i bruciori di stomaco

ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress.

 

SHANK PRAKSHALANA

Uno dei segreti della salute risiede nell'intestino. L'organismo s'intossica inesorabilmente, continuamente, per tutta la vita.

Si intossica a causa delle sostanze che gli pervengono dall'esterno attraverso l'aria poco pura e il cibo che non è sempre della migliore qualità, e a causa ancora delle intemperanze dietetiche, alle quali, nei casi di dispepsia cronica, si aggiungono i processi di fermentazioni putride dei residui alimentari intestinali.

A. BOGOMOLETZ

Come prolungare la vita?

Una delle cause principali della senescenza prematura, e perfino della senilità, è dunque l'accumulazione di tossine nell'organismo che si autointossica. Ogni cellula vivente produce tossine per le quali la natura ha previsto vie naturali di eliminazione: la pelle, i reni, i polmoni. È essenziale preservare l'integrità di questi organi, poiché se non compissero in modo impeccabile le loro funzioni, l’organismo si avvelenerebbe con lenta e inesorabile certezza.

Esiste anche una fonte di autointossicazione più perniciosa: è quella costituita dai veleni che filtrano attraverso la parete intestinale e contaminano tutto l'organismo. Da qui l'importanza di una dieta intelligente e soprattutto l'importanza che l'intestino sia sempre svuotato, sgombero, libero. Qualche lettore scuoterà il capo dicendo: “Sì, certamente, ho una costipazione! Che essa sia l'origine di innumerevoli malattie e forse anche la causa indiretta di quasi tutti i miei mali, lo sapevo da molto tempo”.

Accade invece che anche quelli che non sono costipati, o almeno credono di non esserlo, hanno malgrado tutto e senza sospettarlo una sorgente perenne di autointossicazione nell'intestino crasso. Difatti l'evacuazione quotidiana dell'intestino non esclude che la mucosa sia insudiciata di residui fecali. A poco a poco si sono ammassati e non essendo stati mai eliminati provocano fermentazioni putride, le cui tossine si diffondono con insidiosa continuità in tutto l'organismo. Inoltre, l'irritazione cronica della mucosa intestinale può essere il motivo o almeno la concausa che origina numerose forme di cancro.

I casi di cancro dell'intestino sono molto più numerosi di quelli che colpiscono altri organi del corpo umano. Se esaminiamo la loro disposizione topografica, possiamo osservare che i punti dove con più frequenza si sviluppa il cancro intestinale sono precisamente in quelle parti in cui il colon subisce decise curvature, che, provocando rallentamenti dell'esodo degli escrementi, favoriscono uno stato di perenne sporcizia delle mucose.

Il disegno illustrativo del tubo digerente, qui sopra riprodotto, chiarisce assai bene questa considerazione.

Indice topografico dei casi di cancro rilevati su 41.779 pazienti.

Ma il cancro non è la sola malattia che deve temere chi ha il colon sempre ingombrato da residui fecali.

In un articolo pubblicato nel 1937 nei “Quaderni diMedicina”, a p. 47, il dott. Becher compila un elenco delle malattie direttamente imputabili alle autointossicazioni di origine intestinale: cirrosi epatica, (reumatismo articolare), anemia perniciosa, dissenteria cronica, rinopatia vasomotoria (malattia dei vasi sanguigni del naso), nevriti e allergie varie, ipertrofia del fegato e della milza, disturbi psichici vari, alcune malattie cardiache, moltissime malattie della pelle, ecc.

Infatti, la costipazione è uno stato in cui il colon non è perfettamente pulito e libero da ogni residuo di materie fecali. Pertanto si può evacuare regolarmente ogni giorno ed essere costipati cronici, non sospettando questo stato né le sue conseguenze.

Il dott. A. Keller, medico svizzero, nel suo libro intitolato “La morte viene dall'intestino” redige il seguente quadro delle conseguenze della costipazione:

1. Stomaco: Perdita di tono dei muscoli dello stomaco, ptosigastriche, ulcere, cancro. Senza annoverare che quasi sempre origina l'alito cattivo.

2. Reni:Litiasi (calcoli), coliche renali.

3. Sistema nervoso: Insonnia, depressione, irritabilità, isterismo.

4. Gambe: Sciatica, congestioni venose che originano le varici.

5. Colon: Emorroidi, cancro.

6. Fegato:Congestioni epatiche, calcoli alla cistifellea, intossicazioni di origine epatica.

7. Appendice: Appendicite cronica o acuta.

8. Sangue:Anemia, modificazioni patologiche della composizione del sangue

(che influenzano tutti gli organi e tutte le cellule del corpo).

9. Piccolo bacino (basso ventre): Stasi sanguigne varie, infezioni croniche degli organi genitali (vagina, utero, ovaie, tube).

10. Pelle: Eruzioni cutanee di varia natura.

TECNICA DI PURIFICAZIONE COMPLETA E PROFONDA

Soprattutto nei periodi di cambiamento stagionale, oppure quando si
sente il bisogno di ripulirsi dentro o nei periodi di abbuffate e sovraccarico dell'organismo, è opportuno dedicarsi alla purificazione del corpo, e quindi ad una buona pulizia dell’intestino e dello stomaco.
Una delle tecniche che hanno maggiore capacità di operare una pulizia
profonda è la tecnica di lavaggio dell’intestino e dello stomaco, chiamato
Shank Prakshalana.

Shank Prakshalana

è un metodo semplice che può essere praticato da soli, una volta che si è imparato a eseguirlo correttamente: esso prevede una breve preparazione, l’assunzione di acqua salata e l’esecuzione di una serie di asana.

Con questo esercizio si ottiene una purificazione profonda, elimina integralmente i residui dell'intero circuito digestivo dallo stomaco all'anno, oltre a ripulire a fondo il colon, una  cosa che non è possibile fare né con la purgazione né con l’enteroclisma.

Infatti l’acqua ingerita viene canalizzata grazie alla successione delle asana, fino alla sua rapida espulsione, e si deve ripetere l’esercizio fino a quando l’ acqua non viene espulsa pulita così come è stata ingerita. Per questo l’ esercizio si chiama Shank Prakshalana, che vuol dire gesto della conchiglia, in quanto l’ acqua viene fatta scorrere come nelle scanalature di una conchiglia.

 

PREPARAZIONE

Al mattino, a digiuno, è il momento migliore per eseguire l’esercizio che non dovrebbe richiedere più di un’ora di tempo.

Eseguire come preparazione per distendere corpo e mente Surya Namaskar, quindi bollire l’acqua salata, nella proporzione di un cucchiaio di sale per ogni litro di acqua; l’acqua non deve essere troppo poco salata perché verrebbe assorbita per osmosi dalle pareti intestinali, né troppo salata perché provocherebbe vomito e quindi non entrerebbe nel circuito completo.

Quando l’acqua è ancora calda, ma non più bollente, bere il primo bicchiere d’acqua, quindi compiere la successione delle asana; bere quindi il secondo bicchiere di acqua, quindi ripetere la successione delle asana, continuare così con la medesima successione, fino a quando non sono stati ingeriti sei bicchieri, quando si deve andare di corpo, con una prima evacuazione, di solito formata da feci normali, quindi si sciacqua l’ ano con acqua tiepida e si unge con olio di oliva o di sesamo, se il sifone si è aperto si continua ad andare di corpo, oppure si beve un altro bicchiere di acqua salata si compiono gli esercizi e si torna al gabinetto. Di solito occorre bere da 10 a 15 bicchieri di acqua a seconda della condizione dell’intestino e dei suoi ingombri.

Quando si comincia ad espellere l’acqua pulita si smette di bere, bisogna vincere la sete, e andare al bagno fino a quando si sente lo stimolo, di solito la vicenda si esaurisce nel giro di un’ora.

Quindi bere tre bicchieri di acqua tiepida non salata e provocheremo il vomito in modo da pulire completamente lo stomaco e l’esofago e interrompere il circuito di espulsione.

Quindi si deve riposare al caldo, dopo circa mezzora si deve mangiare un po’ di riso, bollito in acqua poca salata, piuttosto cotto, condito con burro e formaggio o salsa di pomodoro, senza spezie piccanti, e complessivamente circa 50 gr di ghee(burro chiarificato) o burro, compreso quello che abbiamo usato per condire il riso.

Solo a questo punto si può bere con moderazione acqua per dissetarsi, oppure thé alla menta.

Quindi si torna a riposare per il tempo che si vuole.

Nell’ arco delle 24 ore dopo l’ esecuzione dell’ esercito è proibito mangiare latte e latticini, yoghurt, verdura cruda, frutta, cibi acidi.

Di solito una volta che si è compiuta questa pratica può essere che per un giorno o due non ci sia bisogno di andare al bagno,quindi nessuna preoccupazione, bisogna aspettare che si ricostituisca la scorta.

Alla sera del giorno in cui si è eseguito l’esercizio è bene compire un pasto completo con l’uso di pane, riso o altro cereale, e verdura cotta, meglio se a foglia verde, oppure una zuppa di verdura con riso, e volendo un poco di formaggio a pasta dura.

Sarebbe bene eseguire Shank Prakshalana almeno due volte l’anno, al cambio stagionale appunto.

PREPARATIVI AL SHANK PRAKSHALANA

Far riscaldare (a temperatura corporea 35-38°) dell'acqua salata in proporzione di 6-9 grammi per ogni litro. Questa proporzione si avvicina alla concentrazione del siero fisiologico (un cucchiaio pieno di sale fino al bordo per ogni litro d'acqua).

L'acqua deve essere necessariamente salata, poiché se fosse pura sarebbe assorbita per osmosi dalla mucosa ed evacuata tramite la via normale sotto forma di urina e non attraverso l'ano. (Al contrario, se troppo salata, sempre per osmosi, richiamerebbe acqua dall’interno dell’organismo, provocando il sintomo della sete...) Se l'acqua risultasse troppo salata, può essere ridotta la concentrazione salina fino a renderla tollerabile.

 

IL MOMENTO PROPIZIO

Il momento propizio è il mattino, a digiuno.

Tenete presente che tutta l'operazione di pulizia richiede più di un'ora di tempo. Quindi la domenica mattina è ideale per questo tipo di operazioni!

In questo giorno non saranno praticate le diana né altri esercizi violenti; potete eseguirli il giorno dopo.

Considerando la soppressione della seduta di asana, l'esecuzione di questa tecnica non richiederà molto tempo. Come bisogna fare?

Ecco lo schema di esecuzione completa della purificazione, eccetto i movimenti necessari per assicurare il transito dell'acqua nel tubo digerente e che sono indicati e descritti nelle tavole riportate alla fine del testo.

1. Bere un bicchiere d'acqua calda e salata

2. Subito dopo eseguire i movimenti prescritti.

3. Bere ancora un bicchiere d'acqua ed eseguire la serie dei movimenti.

Continuare in questo modo alternando un bicchiere d'acqua con l'esecuzione degli esercizi. All'opposto di Vamana Dhauti, in cui l'acqua rimane nello stomaco (ma in questo caso provocherebbe una sensazione di nausea), durante Shank Prakshalana l'acqua subito scende nel tubo digerente senza causare alcuna nausea. (Se si avverte senso di nausea, significa che lo stomaco è sovra-dilatato, causa la mancata apertura della valvola del Piloro.

In questo caso, fermarsi temporaneamente con l’assunzione dell’acqua salata, saltellare sul posto, ed eseguire i movimenti prescritti, fino ad ottenere lo svuotamento dello stomaco.

Se si forza l’assunzione dell’acqua salata, quando lo stomaco non si è ancora svuotato, si rischia di provocare il riflesso del vomito. Se si vomita, non succede niente di dannoso, vuol dire che, sia pure involontariamente, si è proceduto al lavaggio dello stomaco (Vamana Dhauti).

Appena ci si è ripresi dal vomito, riprendere l’assunzione dell’acqua salata, dando tempo, questa volta, allo stomaco di svuotarsi…)

4. Proseguire l'alternazione: bere acqua salata e eseguire subito i movimenti fino a quando ne avete ingeriti in totale 6 -10 bicchieri.

5. Ora bisogna andare di corpo (ora, normalmente si sente lo stimolo di andare di corpo...).

Una prima evacuazione avviene quasi subito (dopo aver bevuto da

1,5 a 2 litri di acqua salata...) ed è formata da feci normali e regolari, cui seguono altre più morbide; e quindi ancora altre quasi liquide e di colore giallastro.

Se tutto ciò non dovesse avvenire subito o al massimo entro cinque minuti, ripetere i movimenti, senza bere altra acqua, e tentare nuovamente l'evacuazione. Ma se per caso essa ancora non si verificasse, bisogna provocarla con un enteroclisma di circa mezzo litro d'acqua, che verrà somministrato con gli ordinari strumenti.

Una volta che il “sifone” è stato avviato, vale a dire la prima parte delle feci è stata espulsa, il resto avviene automaticamente.

Un consiglio: dopo ogni volta che siete andati al gabinetto, sciacquatevi l'ano con acqua tiepida, ed eventualmente ungetelo con olio di oliva o altro per prevenire l'irritazione che può causare il sale. Alcune persone sensibili hanno provato questo fastidio innocuo, che tuttavia è facile prevenire.

Dopo essere andati al gabinetto, si deve:

• bere di nuovo un bicchiere d'acqua calda e salata, (uno o più bicchieri di acqua salata fino a che non si avverte di nuovo lo stimolo di andare al bagno....) eseguire i movimenti e poi ritornare al gabinetto per effettuare l'evacuazione.

Proseguire, ripetendo la sequela già menzionata: bere, esercizi, gabinetto, fino a quando l'acqua fuoriesce limpida come quando è stata ingerita. La quantità da ingerire può variare da 10 a 14 bicchieri, raramente di più, secondo lo stato di sporcizia del colon. (10-14 bicchieri corrispondono circa a 2,0 - 2,8 litri, per la mia esperienza personale, occorrono dai 3 litri in su, a seconda dello stato di incrostazione del colon....)

Quando avrete raggiunto il risultato, quando l'acqua scorrerà via chiara e limpida, potrete:

• smettere, e in questo caso andrete ancora più volte al gabinetto per un'ora circa: è l'unico inconveniente;

• bere tre bicchieri di acqua tiepida non salata edeseguire Vamana Dhauti (lavaggio dello Stomaco mediante rigetto), che arresta così il “sifone” e svuota interamente lo stomaco.

Per tradizione gli yogi eseguono Vamana Dhauti dopo Shank Prakshalana.

LE CAUSE DI UN EVENTUALE INSUCCESSO

Se dopo aver bevuto quattro bicchieri di acqua tiepida e salata avvertite che non scende nel tubo digerente e provoca un senso di pienezza, quasi di nausea, significa che la valvola pilorica (sfintere pilorico) non si apre al modo giusto.

Si può ancora rimediare: ripetete per due o tre volte la serie degli esercizi, senza bere altra acqua. La scomparsa del senso di nausea già indica che la valvola pilorica si è aperta. E quando il “sifone” è avviato, potete continuare il processo; ormai tutto è semplice e facile. Tuttavia ad alcune persone può accadere che i gas intestinali, generati dalle fermentazioni, impediscano l'avvio del “sifone”.

In questo caso, basta comprimere l'addome con le mani, oppure eseguire Sarvangdasana, oltre agli altri quattro esercizi.

Nel caso che l'acqua rimanesse in parte nello stomaco, avete a disposizione due soluzioni:

• eseguire Vamana Dhauti (vomito auto-provocato), cioè svuotare lo stomaco titillando la base della lingua con tre dita della mano destra per suscitare il vomito. Il sollievo è immediato e completo;

• non fare niente...; l'acqua verrà eliminata sotto forma di urina.

Dopo l'esercizio, bisogna riposare ed evitare di prendere freddo.

 

IL PRIMO PASTO

Dopo Shank Prakshalana, si devono tassativamente rispettare le seguenti indicazioni: mangiare, al più presto, mezz'ora dopo l'esercizio e, al più tardi, un'ora dopo la fine dell'esercizio.

È rigorosamente vietato lasciare il tubo digerente vuoto per oltre un'ora.

Il primo pasto sarà costituito da: riso comune (non riso integrale, la cui cellulosa irriterebbe la mucosa intestinale) bollito in acqua e molto cotto. Può essere servito con salsa di pomodoro, con poco sale e senza pepe. È necessario mangiare insieme al riso almeno 40 grammi di burro.

Potete farlo sciogliere nel riso, oppure mangiarlo a parte.

In India si usa il primo modo, perché viene utilizzato un tipo speciale di burro (Ghee). Il riso può essere sostituito dalla zuppa di frumento o di avena, oppure dagli spaghetti o dai maccheroni con formaggio grattugiato.

 

IMPORTANTE

Il riso non deve essere cotto nel latte. Durante tutte le 24 ore che seguono Shank Prakshalana è proibito bere latte o mangiare yoghurt. Inoltre, sempre durante queste 24 ore, sono vietati gli alimenti e le bevande acide, la frutta, le verdure crude.

Il pane è permesso dal secondo pasto dopo l'esercizio, come tutti i formaggi a pasta dura o semidura. Per esempio, la groviera, l'edam, ecc.

I formaggi fermentati sono sconsigliati.

Dopo 24 ore, potete riprendere la vostra dieta abituale, evitando ogni eccesso di carne.

BEVANDE

L'acqua salata che avete bevuta avrà sospinto per osmosi una parte dei liquidi dell'organismo verso il tubo digerente. È l'azione di spurgo.

Quindi è normale aver sete dopo l'esercizio. Ma non dovete bere niente, neanche l'acqua, prima del vostro primo pasto, poiché continuereste ad alimentare il “sifone” e quindi ad andare al gabinetto.

Invece, durante e dopo il primo pasto potete bere acqua minerale naturale oppure degli infusi molto leggeri di tiglio e di menta.

Le bevande alcoliche, sempre sconsigliare, sono proibite nelle 24 ore che seguono l'esercizio.

Nessuno si meravigli se la prossima defecazione avverrà 24 o 36 ore dopo l'esercizio. Le feci saranno di colore giallo-oro e del tutto inodori.

Questa tecnica deve essere eseguita almeno due volte l'anno.

La frequenza media è di quattro volte l'anno, al mutar delle stagioni.

Chi volesse fare ancora meglio e di più, può praticarla una volta al mese.

Dhirendra Bramachari consiglia di eseguirla ogni quindici giorni.

Ce n'è per tutti i gusti e per il desiderio di ognuno.

L'esercizio non è affatto disgustoso anche se vi sono distrazioni più piacevoli.

Non bisogna lasciarsi impressionare dalla sua descrizione: l'azione meno gradevole è bere l'acqua calda e salata, il resto è niente.

Tuttavia per i palati più delicati, suggeriamo di impiegare un leggero decotto di porro o di altri ortaggi, certamente più gustoso dell'acqua calda e salata.

Le persone costipate possono eseguire Shank Prakshalana ogni settimana, ma impiegando solo 6 bicchieri d’acqua.

Tutto il ciclo si svolge in circa mezz'ora.

È il metodo migliore per rieducare l'intestino, senza distendere le pareti del colon.

EFFETTI BENEFICI

Il primo effetto è l'eliminazione, attraverso l'evacuazione completa, di tutti i sedimenti che aderiscono alla mucosa dell'intestino crasso. Non si può credere quanto l'intestino sia ingombro. Alcune persone, che la quotidiana evacuazione illudeva di non essere costipate, hanno avuto la sgradita sorpresa di vedere eliminati con le feci addirittura dei noccioli di ciliegia ingoiati molti mesi prima. Nell'ospedale di Lonavla, dove i malati sono curati con la pratica dello Yoga, spesso si rimane sbalorditi nel constatare la quantità di residui che per mesi, perfino per anni interi, ingombrano l'intestino. Con stupore si può constatare che molte persone trasportano con sé, annidate nell'intestino, luride sporcizie. Sorprende molto che ne conseguano numerose malattie? Sorprende dunque che tutto l'organismo si intossichi, nel vero senso della parola, con i veleni che gli vengono propinati con lento stillicidio? Non abbiate paura delle parole. Se è poco piacevole evo-care queste situazioni, Io è molto di meno subirle.

Praticate dunque Shank Prakshalana e vi libererete di tutte le scorie che opprimono il vostro tubo digerente. Gli effetti benefici non si palesano subito; i vantaggi immediati non sono spettacolosi. Comunque non tarderanno molto a manifestarsi sotto forma di freschezza di alito, sonno migliore e scomparsa di eruzioni esantematiche sul viso e sul corpo. Alla condizione di scegliere un regime alimentare con poca carne, scompaiono i cattivi odori emanati dal corpo che talvolta sono molto acri. La traspirazione diviene inodore e il colorito chiaro. Questo esercizio non serve solamente per eliminare, ha anche virtù toniche. Difatti, stimola il fegato, le ghiandole del tubo digerente, e in modo particolare il pancreas.

Casi di diabete poco avanzato sono stati guariti dai medici di Lonavla, facendo praticare ai malati Shank Prakshalana ogni due giorni e per la durata di due mesi, insieme ad una dieta alimentare adatta, il pranayama, e ad altre tecniche yogiche.

Sembra che le isole di Langerhans, situate nel pancreas, secernano maggiore quantità d'insulina sotto l'effetto stimolatore di questa ghiandola. La pulitura del tubo digerente migliora l'assimilazione degli alimenti, aumentando il peso corporeo di chi è magro e facendo invece dimagrire chi è pingue.

 

CONTROINDICAZIONI

Le controindicazioni non sono numerose.

Chi soffre di ulcera gastrica deve astenersi e attendere di essere guarito prima di iniziare la pratica. Lo stesso dicasi per chi soffre di affezioni acute al tubo digerente: dissenteria, diarrea, (la colite cronica può essere migliorata praticando questo esercizio in assenza dei periodi di crisi), appendicite acuta, e – a fortiori – gravi malattie come la tubercolosie il cancro.

Queste controindicazioni non sembrano essere assolute. Abbiamo potuto constatare la guarigione di casi di dissenteria, grazie a Shank Prakshalana, e dopo che il malato aveva per mesi impiegato invano i metodi classici.

La medicina dovrebbe avere tutto l'interesse ad usare anche queste tecniche.

L'esercizio è efficacissimo per completare il trattamento delle ossiuriasi (malattia dovuta a infestazioni di ossiuri, e precisamente di Enterobius Vermicularis). Difatti, anche le uova di questo parassita vengono eliminate.

Tuttavia la numerosità dei villi può permettere ad alcune uova di sfuggire al trattamento.

SHANK PRAKSHALANA movimenti ed esercizi:

 

Movimenti

Bisogna fare quattro movimenti rapidamente, circa in un minuto.

Per far uscire l'acqua dallo stomaco

In piedi, con i piedi separati di circa 30 cm. Braccia distese verso l'alto con le dita della mani intrecciate, palmi rivolti  al soffitto. Flettere il busto lateralmente, 4 volte ad ogni lato. Prima a sinistra poi destra. Muoviamo solo il tronco, le anche e i piedi restano fermi. Non è una torsione o rotazione con asse la colonna vertebrale, il tronco resta sempre orientato in avanti, inclinandosi a livello della cintura verso un lato. Impiegando IN TUTTO 10 SECONDI CIRCA

    

 

 

Per far avanzare l'acqua nell'intestino

In piedi, con i piedi distanti 30 cm uno dall'altro. Il braccio destro steso verso destra, orizzontale, parallelo al pavimento, con la palma della mano verso il basso. Il braccio sinistro, con il gomito piegato e la mano appoggiata sulla clavicola. Il gomito in fuori, sul piano della spalla. Ruotiamo il tronco verso destra, in modo che il braccio stesso vada verso dietro mentre guardiamo la punta delle dita della mano. Ripetiamo poi verso l'altro lato (4 volte per ogni lato). DURATA TOTALE DI 4 X 2 MOVIMENTI = 10 SECONDI.

 

 

Per far avanzare l'acqua attraverso l'intestino tenue

Sdraiati a pancia in giù, solleviamo il tronco e la testa mantenendo le braccia distese. Tocchiamo il suolo solo con le dita dei piedi (separati di 30 cm) e la palma delle mani (ognuna al di sotto della propria spalla e con le dita orientate verso avanti). Giriamo la testa, le braccia e il tronco ad un lato fino a vedere il tallone opposto. (4 volte ogni lato). DURATA TOTALE DI 10-15 SECONDI.

 

Per far avanzare l'acqua attraverso il colon

Seduti a terra con le gambe unite e distese in avanti, la schiena dritta appoggiando sulle braccia stese. Pieghiamo la gamba destra, incrociando la sinistra passiamo il piede destro all'esterno della coscia sinistra e lo manteniamo in posizione con la mano destra. Ruotiamo il busto verso sinistra e guardiamo indietro (4 volte per ogni lato).

 

RIEPILOGO DELL'INTERA TECNICA

1) Bere un bicchiere d'acqua calda e salata in proporzione di mezzo

cucchiaio da minestra per ogni litro.

2) Eseguire il ciclo completo di movimenti.

3) Bere il secondo bicchiere d'acqua.

4) Proseguire in questo modo fino a bere sei bicchieri d'acqua.

5) Andare al gabinetto e attendere che avvenga una prima evacuazione. Se

non avviene entro 5 minuti, ripetere la serie degli esercizi senza bere altra

acqua. Ma se l'evacuazione non avvenisse ancora, può essere provocata con

un enteroclisma che ripristina la peristalsi intestinale e avvia il e sifone.

6) Bere un altro bicchiere d'acqua, effettuare gli esercizi, ritornare al

gabinetto.

7) Proseguire cosi rispettando sempre l'ordine: 1° acqua, 2° esercizi, 3°

gabinetto, fino a quando il risultato sarà soddisfacente. Gli yogi prolungano la

pratica di Shank Prakshalana fino a quando l'acqua viene espulsa limpida

come quando e stata ingerita.

Per concludere (facoltativo), dopo aver bevuto due bicchieri d'acqua calda

non salata, evacuare l'acqua esistente nello stomaco effettuando Vamana

Dhauti. Vamana DhautI vuota lo stomaco, decongestiona il fegato, la

cistifellea e la milza, e interrompe il “sifone”. Se non praticate Vamana Dhauti,

Il gabinetto vi potrà servire ancora per un'ora.

9) Attendere almeno mezz'ora prima di mangiare: In ogni modo non lasciare

mai trascorrere più di un'ora.

Vincere la sete almeno fino a dopo il primo pasto.

 

 

Certificazioni

 

Un grammo di pratica é meglio di tonellate di teoria.
Capovolgi il tuo punto di vista.
Respira...
Ritrova te stesso.
Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.

SHANK PRAKSHALANA

 

LE CAUSE DEI NOSTRI DISTURBI

Nell’ intestino risiede la causa di molte malattie e dell’invecchiamento precoce. Per questo motivo si pone così tanta attenzione alla dieta, all’alimentazione, alle periodiche stagionali purificazioni del corpo e soprattutto dell’intestino. Oggi è comunque anche la scienza medica a riconoscere il ruolo fondamentale dell’intestino nella genesi del percorso salute e malattia, si può vedere a questo proposito il numero di Focus 101, marzo 2001,dedicato appunto all’ intestino. C’è un cervello nella pancia, e questa è stata, una straordinaria scoperta degli scienziati.

IL CERVELLO EMOZIONALE

L'intestino si emoziona, soffre, gioisce. Insomma, l'intestino è "intelligente". E'

la scoperta di uno scienziato americano e questo darà anche una svolta ai

metodi di cura. Ciò che la scienza ha battezzato come «secondo cervello»

vive sì nel ventre di ciascuno di noi: è una sorta di chiave che regola

stress, ansia e tensione.

Ogni situazione che comporta una certa variazione di energia emotiva

(aumento della frequenza cardiaca e della respirazione), (es. l'innamorarsi od

il perdere un amore, il cercare lavoro od il perderlo, avere paura o coraggio,

ecc. ecc.), avviene in una parte importante del tubo digerente, lo stomaco e

l'intestino.

Fin dall'antichità si afferma che la pancia è la sede delle emozioni e dell'

inconscio; ma per potere avere queste funzioni, occorre che la pancia abbia

un "cervello" che possa elaborare i dati autonomamente da quello superiore,

recenti scoperte (studi di neuro-gastroenterologia) hanno confermato che il

cervello enterico esiste, eccome e che esso funziona autonomamente da

quello superiore, infatti non esiste malato che non venga curato iniziando

dall'apparato digerente nell'Ayurveda, ma molto spesso nella medicina

ufficiale non viene molto considerato.

Come sempre più spesso succede, la medicina naturale, non solo non

ha torto, ma addirittura viene sempre più confortata dalle ricerche e

scoperte della scienza.

I DUE CERVELLI

I due cervelli, il cranico e l'enterico (plesso mienterico e submucosale), sono

connessi dal nervo vago. Il cervello enterico detto addominale o viscerale,

nella sua evoluzione, oltre a soprassedere alle funzioni vitali, ricerca del cibo,

elaborazione delle sostanze necessarie alla vita delle nostre cellule, compito

assai riduttivo per una cosi grande massa di neuroni, la natura ha previsto di

investirlo di proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni ed

all'inconscio del soggetto; infatti le sue cellule producono neurotrasmettitori (il

95% della serotonina è prodotta in quella sede) e proteine che contribuiscono

al buon funzionamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e quindi

dell'intero apparato biologico umano.

Gli stati d'animo dipendono anche dallo stomaco.

Il secondo cervello (il cervello enterico) secerne delle sostanze

psicoattive (oppiacei, antidolorifici, calmanti) che influenzano gli stati di

animo.

La serotonina, ci dicono i ricercatori, è interessata anche del riflesso

peristaltico. Quando il cibo, ormai divenuto bolo intestinale, passa nel tubo

digerente a contatto con la mucosa intestinale, i neuroni situati nella sede

interessata al passaggio del bolo, si stirano e stimolano di conseguenza delle

cellule (enterocromaffini) a liberare la serotonina che a sua volta agisce su

altri neuroni che sono situati sotto la mucosa stessa, che comandano a loro

volta le cellule muscolari, all'interno dell'epitelio della mucosa del tubo

digerente, di dilatarsi e/o di contrarsi creando un flusso di "contrazione" a

monte e "dilatazione" a valle (come i movimenti di un bruco) per far avanzare

in una unica direzione (verso l'ano) il chimo - cosi' e' chiamato il cibo ingerito

dalla bocca e predigerito dallo stomaco, quando transita nella parte all'uscita

dello stomaco verso e nel duodeno, poi esso e' chiamato chilo - dal duodeno,

digiuno e nell'ileo, zone nelle quali convive la nostra flora autoctona biovitale -

batteri, funghi, enzimi - flora deputata a demoleculizzare (ridurre in molecole),

il chilo (che e' il bolo - cibo - pronto ad essere assorbito, in sostanze vitali e/o

non, e che, una volta assorbite dalla mucosa intestinale per mezzo dei villi,

vengono in seguito trasportate dal sangue alle cellule per il loro nutrimento

IL CERVELLO CRANICO NON HA LA PREDOMINANZA

Per molto tempo si è pensato che il cervello di sopra (nella testa)

avesse la predominanza e/o superiorità in tutte le funzioni vitali, ma da

quando sono state fatte le scoperte che tutta la parete, la mucosa

intestinale è cosparsa di neuroni legati alle funzioni vitali dell'apparato

stesso, si è compreso che vi è una totale integrazione dei due cervelli,

distanti e separati, ma operanti in sintonia ed integrazione per le

funzioni vitali dell'essere stesso.

Un altro fatto risulta dall'utilizzo improprio di determinati farmaci, es. quelli

gastroenterici producono alterazioni cerebrali/mentali nella testa e gli

psicofarmaci producono effetti indesiderati nell'intestino. Con tutta probabilità

la sindrome del colon irritabile è dovuta ad una irregolare comunicazione fra il

cervello di sotto e quello di sopra e/o viceversa; in questo caso la quantità di

impulsi nervosi è a favore del cervello enterico, perché vi si sommano gli

impulsi derivanti dall'inconscio che "vive" nel DNA contenuto nelle cellule neuroniche che vi sono nel cervello di sotto, il quale invia i propri segnali

anche all'encefalo superiore, nel sistema limbico cerebrale, area deputata ad

interpretare ed elaborare i segnali delle sensazioni emotive, ricevute anche

dal cervello inferiore.

IL CERVELLO DI SOTTO È IN GRADO DI MEMORIZZARE LE ANSIE

Il cervello di sotto è in grado di memorizzare le ansie, le emozioni e di

elaborarle con quelle già memorizzate nell'inconscio in precedenza e di

fornire quindi le variazioni di livello delle funzioni adatte dell'apparato

intestinale e quindi dell'intero sistema biologico.

Di sicuro è il cervello di sopra nella testa che raccoglie i dati, li elabora

suscitando le emozioni, ma è la pancia che riferendo la sua "versione",

prepara un profilo emotivo sul quale vanno ad impiantarsi le attività del

cervello superiore. Il cervello di sotto è in grado di recepire e riconoscere non

soltanto i vari cibi adatti introdotti nella bocca, ma anche le sostanze

velenose.

Quindi è chiaro che ogni situazione emotiva e/o di cibo cosi come

introduzione di farmaci e vaccini, non adatti, generano nel cervello di

sotto (intestinale) delle piccole, medie, grandi reazioni, utili ad ogni

situazione (conscia e/o inconscia gestite dai due cervelli) vissuta nella

vita quotidiana. Il cervello di sotto quindi, non è solo legato alle reazioni

al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare

sensazioni autonomamente da quello di sopra, come insegna la

neurogastroenterologia, vedi la colite, l'ulcera, i bruciori di stomaco

ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress.

 

SHANK PRAKSHALANA

Uno dei segreti della salute risiede nell'intestino. L'organismo s'intossica inesorabilmente, continuamente, per tutta la vita.

Si intossica a causa delle sostanze che gli pervengono dall'esterno attraverso l'aria poco pura e il cibo che non è sempre della migliore qualità, e a causa ancora delle intemperanze dietetiche, alle quali, nei casi di dispepsia cronica, si aggiungono i processi di fermentazioni putride dei residui alimentari intestinali.

A. BOGOMOLETZ

Come prolungare la vita?

Una delle cause principali della senescenza prematura, e perfino della senilità, è dunque l'accumulazione di tossine nell'organismo che si autointossica. Ogni cellula vivente produce tossine per le quali la natura ha previsto vie naturali di eliminazione: la pelle, i reni, i polmoni. È essenziale preservare l'integrità di questi organi, poiché se non compissero in modo impeccabile le loro funzioni, l’organismo si avvelenerebbe con lenta e inesorabile certezza.

Esiste anche una fonte di autointossicazione più perniciosa: è quella costituita dai veleni che filtrano attraverso la parete intestinale e contaminano tutto l'organismo. Da qui l'importanza di una dieta intelligente e soprattutto l'importanza che l'intestino sia sempre svuotato, sgombero, libero. Qualche lettore scuoterà il capo dicendo: “Sì, certamente, ho una costipazione! Che essa sia l'origine di innumerevoli malattie e forse anche la causa indiretta di quasi tutti i miei mali, lo sapevo da molto tempo”.

Accade invece che anche quelli che non sono costipati, o almeno credono di non esserlo, hanno malgrado tutto e senza sospettarlo una sorgente perenne di autointossicazione nell'intestino crasso. Difatti l'evacuazione quotidiana dell'intestino non esclude che la mucosa sia insudiciata di residui fecali. A poco a poco si sono ammassati e non essendo stati mai eliminati provocano fermentazioni putride, le cui tossine si diffondono con insidiosa continuità in tutto l'organismo. Inoltre, l'irritazione cronica della mucosa intestinale può essere il motivo o almeno la concausa che origina numerose forme di cancro.

I casi di cancro dell'intestino sono molto più numerosi di quelli che colpiscono altri organi del corpo umano. Se esaminiamo la loro disposizione topografica, possiamo osservare che i punti dove con più frequenza si sviluppa il cancro intestinale sono precisamente in quelle parti in cui il colon subisce decise curvature, che, provocando rallentamenti dell'esodo degli escrementi, favoriscono uno stato di perenne sporcizia delle mucose.

Il disegno illustrativo del tubo digerente, qui sopra riprodotto, chiarisce assai bene questa considerazione.

Indice topografico dei casi di cancro rilevati su 41.779 pazienti.

Ma il cancro non è la sola malattia che deve temere chi ha il colon sempre ingombrato da residui fecali.

In un articolo pubblicato nel 1937 nei “Quaderni diMedicina”, a p. 47, il dott. Becher compila un elenco delle malattie direttamente imputabili alle autointossicazioni di origine intestinale: cirrosi epatica, (reumatismo articolare), anemia perniciosa, dissenteria cronica, rinopatia vasomotoria (malattia dei vasi sanguigni del naso), nevriti e allergie varie, ipertrofia del fegato e della milza, disturbi psichici vari, alcune malattie cardiache, moltissime malattie della pelle, ecc.

Infatti, la costipazione è uno stato in cui il colon non è perfettamente pulito e libero da ogni residuo di materie fecali. Pertanto si può evacuare regolarmente ogni giorno ed essere costipati cronici, non sospettando questo stato né le sue conseguenze.

Il dott. A. Keller, medico svizzero, nel suo libro intitolato “La morte viene dall'intestino” redige il seguente quadro delle conseguenze della costipazione:

1. Stomaco: Perdita di tono dei muscoli dello stomaco, ptosigastriche, ulcere, cancro. Senza annoverare che quasi sempre origina l'alito cattivo.

2. Reni:Litiasi (calcoli), coliche renali.

3. Sistema nervoso: Insonnia, depressione, irritabilità, isterismo.

4. Gambe: Sciatica, congestioni venose che originano le varici.

5. Colon: Emorroidi, cancro.

6. Fegato:Congestioni epatiche, calcoli alla cistifellea, intossicazioni di origine epatica.

7. Appendice: Appendicite cronica o acuta.

8. Sangue:Anemia, modificazioni patologiche della composizione del sangue

(che influenzano tutti gli organi e tutte le cellule del corpo).

9. Piccolo bacino (basso ventre): Stasi sanguigne varie, infezioni croniche degli organi genitali (vagina, utero, ovaie, tube).

10. Pelle: Eruzioni cutanee di varia natura.

TECNICA DI PURIFICAZIONE COMPLETA E PROFONDA

Soprattutto nei periodi di cambiamento stagionale, oppure quando si
sente il bisogno di ripulirsi dentro o nei periodi di abbuffate e sovraccarico dell'organismo, è opportuno dedicarsi alla purificazione del corpo, e quindi ad una buona pulizia dell’intestino e dello stomaco.
Una delle tecniche che hanno maggiore capacità di operare una pulizia
profonda è la tecnica di lavaggio dell’intestino e dello stomaco, chiamato
Shank Prakshalana.

Shank Prakshalana

è un metodo semplice che può essere praticato da soli, una volta che si è imparato a eseguirlo correttamente: esso prevede una breve preparazione, l’assunzione di acqua salata e l’esecuzione di una serie di asana.

Con questo esercizio si ottiene una purificazione profonda, elimina integralmente i residui dell'intero circuito digestivo dallo stomaco all'anno, oltre a ripulire a fondo il colon, una  cosa che non è possibile fare né con la purgazione né con l’enteroclisma.

Infatti l’acqua ingerita viene canalizzata grazie alla successione delle asana, fino alla sua rapida espulsione, e si deve ripetere l’esercizio fino a quando l’ acqua non viene espulsa pulita così come è stata ingerita. Per questo l’ esercizio si chiama Shank Prakshalana, che vuol dire gesto della conchiglia, in quanto l’ acqua viene fatta scorrere come nelle scanalature di una conchiglia.

 

PREPARAZIONE

Al mattino, a digiuno, è il momento migliore per eseguire l’esercizio che non dovrebbe richiedere più di un’ora di tempo.

Eseguire come preparazione per distendere corpo e mente Surya Namaskar, quindi bollire l’acqua salata, nella proporzione di un cucchiaio di sale per ogni litro di acqua; l’acqua non deve essere troppo poco salata perché verrebbe assorbita per osmosi dalle pareti intestinali, né troppo salata perché provocherebbe vomito e quindi non entrerebbe nel circuito completo.

Quando l’acqua è ancora calda, ma non più bollente, bere il primo bicchiere d’acqua, quindi compiere la successione delle asana; bere quindi il secondo bicchiere di acqua, quindi ripetere la successione delle asana, continuare così con la medesima successione, fino a quando non sono stati ingeriti sei bicchieri, quando si deve andare di corpo, con una prima evacuazione, di solito formata da feci normali, quindi si sciacqua l’ ano con acqua tiepida e si unge con olio di oliva o di sesamo, se il sifone si è aperto si continua ad andare di corpo, oppure si beve un altro bicchiere di acqua salata si compiono gli esercizi e si torna al gabinetto. Di solito occorre bere da 10 a 15 bicchieri di acqua a seconda della condizione dell’intestino e dei suoi ingombri.

Quando si comincia ad espellere l’acqua pulita si smette di bere, bisogna vincere la sete, e andare al bagno fino a quando si sente lo stimolo, di solito la vicenda si esaurisce nel giro di un’ora.

Quindi bere tre bicchieri di acqua tiepida non salata e provocheremo il vomito in modo da pulire completamente lo stomaco e l’esofago e interrompere il circuito di espulsione.

Quindi si deve riposare al caldo, dopo circa mezzora si deve mangiare un po’ di riso, bollito in acqua poca salata, piuttosto cotto, condito con burro e formaggio o salsa di pomodoro, senza spezie piccanti, e complessivamente circa 50 gr di ghee(burro chiarificato) o burro, compreso quello che abbiamo usato per condire il riso.

Solo a questo punto si può bere con moderazione acqua per dissetarsi, oppure thé alla menta.

Quindi si torna a riposare per il tempo che si vuole.

Nell’ arco delle 24 ore dopo l’ esecuzione dell’ esercito è proibito mangiare latte e latticini, yoghurt, verdura cruda, frutta, cibi acidi.

Di solito una volta che si è compiuta questa pratica può essere che per un giorno o due non ci sia bisogno di andare al bagno,quindi nessuna preoccupazione, bisogna aspettare che si ricostituisca la scorta.

Alla sera del giorno in cui si è eseguito l’esercizio è bene compire un pasto completo con l’uso di pane, riso o altro cereale, e verdura cotta, meglio se a foglia verde, oppure una zuppa di verdura con riso, e volendo un poco di formaggio a pasta dura.

Sarebbe bene eseguire Shank Prakshalana almeno due volte l’anno, al cambio stagionale appunto.

PREPARATIVI AL SHANK PRAKSHALANA

Far riscaldare (a temperatura corporea 35-38°) dell'acqua salata in proporzione di 6-9 grammi per ogni litro. Questa proporzione si avvicina alla concentrazione del siero fisiologico (un cucchiaio pieno di sale fino al bordo per ogni litro d'acqua).

L'acqua deve essere necessariamente salata, poiché se fosse pura sarebbe assorbita per osmosi dalla mucosa ed evacuata tramite la via normale sotto forma di urina e non attraverso l'ano. (Al contrario, se troppo salata, sempre per osmosi, richiamerebbe acqua dall’interno dell’organismo, provocando il sintomo della sete...) Se l'acqua risultasse troppo salata, può essere ridotta la concentrazione salina fino a renderla tollerabile.

 

IL MOMENTO PROPIZIO

Il momento propizio è il mattino, a digiuno.

Tenete presente che tutta l'operazione di pulizia richiede più di un'ora di tempo. Quindi la domenica mattina è ideale per questo tipo di operazioni!

In questo giorno non saranno praticate le diana né altri esercizi violenti; potete eseguirli il giorno dopo.

Considerando la soppressione della seduta di asana, l'esecuzione di questa tecnica non richiederà molto tempo. Come bisogna fare?

Ecco lo schema di esecuzione completa della purificazione, eccetto i movimenti necessari per assicurare il transito dell'acqua nel tubo digerente e che sono indicati e descritti nelle tavole riportate alla fine del testo.

1. Bere un bicchiere d'acqua calda e salata

2. Subito dopo eseguire i movimenti prescritti.

3. Bere ancora un bicchiere d'acqua ed eseguire la serie dei movimenti.

Continuare in questo modo alternando un bicchiere d'acqua con l'esecuzione degli esercizi. All'opposto di Vamana Dhauti, in cui l'acqua rimane nello stomaco (ma in questo caso provocherebbe una sensazione di nausea), durante Shank Prakshalana l'acqua subito scende nel tubo digerente senza causare alcuna nausea. (Se si avverte senso di nausea, significa che lo stomaco è sovra-dilatato, causa la mancata apertura della valvola del Piloro.

In questo caso, fermarsi temporaneamente con l’assunzione dell’acqua salata, saltellare sul posto, ed eseguire i movimenti prescritti, fino ad ottenere lo svuotamento dello stomaco.

Se si forza l’assunzione dell’acqua salata, quando lo stomaco non si è ancora svuotato, si rischia di provocare il riflesso del vomito. Se si vomita, non succede niente di dannoso, vuol dire che, sia pure involontariamente, si è proceduto al lavaggio dello stomaco (Vamana Dhauti).

Appena ci si è ripresi dal vomito, riprendere l’assunzione dell’acqua salata, dando tempo, questa volta, allo stomaco di svuotarsi…)

4. Proseguire l'alternazione: bere acqua salata e eseguire subito i movimenti fino a quando ne avete ingeriti in totale 6 -10 bicchieri.

5. Ora bisogna andare di corpo (ora, normalmente si sente lo stimolo di andare di corpo...).

Una prima evacuazione avviene quasi subito (dopo aver bevuto da

1,5 a 2 litri di acqua salata...) ed è formata da feci normali e regolari, cui seguono altre più morbide; e quindi ancora altre quasi liquide e di colore giallastro.

Se tutto ciò non dovesse avvenire subito o al massimo entro cinque minuti, ripetere i movimenti, senza bere altra acqua, e tentare nuovamente l'evacuazione. Ma se per caso essa ancora non si verificasse, bisogna provocarla con un enteroclisma di circa mezzo litro d'acqua, che verrà somministrato con gli ordinari strumenti.

Una volta che il “sifone” è stato avviato, vale a dire la prima parte delle feci è stata espulsa, il resto avviene automaticamente.

Un consiglio: dopo ogni volta che siete andati al gabinetto, sciacquatevi l'ano con acqua tiepida, ed eventualmente ungetelo con olio di oliva o altro per prevenire l'irritazione che può causare il sale. Alcune persone sensibili hanno provato questo fastidio innocuo, che tuttavia è facile prevenire.

Dopo essere andati al gabinetto, si deve:

• bere di nuovo un bicchiere d'acqua calda e salata, (uno o più bicchieri di acqua salata fino a che non si avverte di nuovo lo stimolo di andare al bagno....) eseguire i movimenti e poi ritornare al gabinetto per effettuare l'evacuazione.

Proseguire, ripetendo la sequela già menzionata: bere, esercizi, gabinetto, fino a quando l'acqua fuoriesce limpida come quando è stata ingerita. La quantità da ingerire può variare da 10 a 14 bicchieri, raramente di più, secondo lo stato di sporcizia del colon. (10-14 bicchieri corrispondono circa a 2,0 - 2,8 litri, per la mia esperienza personale, occorrono dai 3 litri in su, a seconda dello stato di incrostazione del colon....)

Quando avrete raggiunto il risultato, quando l'acqua scorrerà via chiara e limpida, potrete:

• smettere, e in questo caso andrete ancora più volte al gabinetto per un'ora circa: è l'unico inconveniente;

• bere tre bicchieri di acqua tiepida non salata edeseguire Vamana Dhauti (lavaggio dello Stomaco mediante rigetto), che arresta così il “sifone” e svuota interamente lo stomaco.

Per tradizione gli yogi eseguono Vamana Dhauti dopo Shank Prakshalana.

LE CAUSE DI UN EVENTUALE INSUCCESSO

Se dopo aver bevuto quattro bicchieri di acqua tiepida e salata avvertite che non scende nel tubo digerente e provoca un senso di pienezza, quasi di nausea, significa che la valvola pilorica (sfintere pilorico) non si apre al modo giusto.

Si può ancora rimediare: ripetete per due o tre volte la serie degli esercizi, senza bere altra acqua. La scomparsa del senso di nausea già indica che la valvola pilorica si è aperta. E quando il “sifone” è avviato, potete continuare il processo; ormai tutto è semplice e facile. Tuttavia ad alcune persone può accadere che i gas intestinali, generati dalle fermentazioni, impediscano l'avvio del “sifone”.

In questo caso, basta comprimere l'addome con le mani, oppure eseguire Sarvangdasana, oltre agli altri quattro esercizi.

Nel caso che l'acqua rimanesse in parte nello stomaco, avete a disposizione due soluzioni:

• eseguire Vamana Dhauti (vomito auto-provocato), cioè svuotare lo stomaco titillando la base della lingua con tre dita della mano destra per suscitare il vomito. Il sollievo è immediato e completo;

• non fare niente...; l'acqua verrà eliminata sotto forma di urina.

Dopo l'esercizio, bisogna riposare ed evitare di prendere freddo.

 

IL PRIMO PASTO

Dopo Shank Prakshalana, si devono tassativamente rispettare le seguenti indicazioni: mangiare, al più presto, mezz'ora dopo l'esercizio e, al più tardi, un'ora dopo la fine dell'esercizio.

È rigorosamente vietato lasciare il tubo digerente vuoto per oltre un'ora.

Il primo pasto sarà costituito da: riso comune (non riso integrale, la cui cellulosa irriterebbe la mucosa intestinale) bollito in acqua e molto cotto. Può essere servito con salsa di pomodoro, con poco sale e senza pepe. È necessario mangiare insieme al riso almeno 40 grammi di burro.

Potete farlo sciogliere nel riso, oppure mangiarlo a parte.

In India si usa il primo modo, perché viene utilizzato un tipo speciale di burro (Ghee). Il riso può essere sostituito dalla zuppa di frumento o di avena, oppure dagli spaghetti o dai maccheroni con formaggio grattugiato.

 

IMPORTANTE

Il riso non deve essere cotto nel latte. Durante tutte le 24 ore che seguono Shank Prakshalana è proibito bere latte o mangiare yoghurt. Inoltre, sempre durante queste 24 ore, sono vietati gli alimenti e le bevande acide, la frutta, le verdure crude.

Il pane è permesso dal secondo pasto dopo l'esercizio, come tutti i formaggi a pasta dura o semidura. Per esempio, la groviera, l'edam, ecc.

I formaggi fermentati sono sconsigliati.

Dopo 24 ore, potete riprendere la vostra dieta abituale, evitando ogni eccesso di carne.

BEVANDE

L'acqua salata che avete bevuta avrà sospinto per osmosi una parte dei liquidi dell'organismo verso il tubo digerente. È l'azione di spurgo.

Quindi è normale aver sete dopo l'esercizio. Ma non dovete bere niente, neanche l'acqua, prima del vostro primo pasto, poiché continuereste ad alimentare il “sifone” e quindi ad andare al gabinetto.

Invece, durante e dopo il primo pasto potete bere acqua minerale naturale oppure degli infusi molto leggeri di tiglio e di menta.

Le bevande alcoliche, sempre sconsigliare, sono proibite nelle 24 ore che seguono l'esercizio.

Nessuno si meravigli se la prossima defecazione avverrà 24 o 36 ore dopo l'esercizio. Le feci saranno di colore giallo-oro e del tutto inodori.

Questa tecnica deve essere eseguita almeno due volte l'anno.

La frequenza media è di quattro volte l'anno, al mutar delle stagioni.

Chi volesse fare ancora meglio e di più, può praticarla una volta al mese.

Dhirendra Bramachari consiglia di eseguirla ogni quindici giorni.

Ce n'è per tutti i gusti e per il desiderio di ognuno.

L'esercizio non è affatto disgustoso anche se vi sono distrazioni più piacevoli.

Non bisogna lasciarsi impressionare dalla sua descrizione: l'azione meno gradevole è bere l'acqua calda e salata, il resto è niente.

Tuttavia per i palati più delicati, suggeriamo di impiegare un leggero decotto di porro o di altri ortaggi, certamente più gustoso dell'acqua calda e salata.

Le persone costipate possono eseguire Shank Prakshalana ogni settimana, ma impiegando solo 6 bicchieri d’acqua.

Tutto il ciclo si svolge in circa mezz'ora.

È il metodo migliore per rieducare l'intestino, senza distendere le pareti del colon.

EFFETTI BENEFICI

Il primo effetto è l'eliminazione, attraverso l'evacuazione completa, di tutti i sedimenti che aderiscono alla mucosa dell'intestino crasso. Non si può credere quanto l'intestino sia ingombro. Alcune persone, che la quotidiana evacuazione illudeva di non essere costipate, hanno avuto la sgradita sorpresa di vedere eliminati con le feci addirittura dei noccioli di ciliegia ingoiati molti mesi prima. Nell'ospedale di Lonavla, dove i malati sono curati con la pratica dello Yoga, spesso si rimane sbalorditi nel constatare la quantità di residui che per mesi, perfino per anni interi, ingombrano l'intestino. Con stupore si può constatare che molte persone trasportano con sé, annidate nell'intestino, luride sporcizie. Sorprende molto che ne conseguano numerose malattie? Sorprende dunque che tutto l'organismo si intossichi, nel vero senso della parola, con i veleni che gli vengono propinati con lento stillicidio? Non abbiate paura delle parole. Se è poco piacevole evo-care queste situazioni, Io è molto di meno subirle.

Praticate dunque Shank Prakshalana e vi libererete di tutte le scorie che opprimono il vostro tubo digerente. Gli effetti benefici non si palesano subito; i vantaggi immediati non sono spettacolosi. Comunque non tarderanno molto a manifestarsi sotto forma di freschezza di alito, sonno migliore e scomparsa di eruzioni esantematiche sul viso e sul corpo. Alla condizione di scegliere un regime alimentare con poca carne, scompaiono i cattivi odori emanati dal corpo che talvolta sono molto acri. La traspirazione diviene inodore e il colorito chiaro. Questo esercizio non serve solamente per eliminare, ha anche virtù toniche. Difatti, stimola il fegato, le ghiandole del tubo digerente, e in modo particolare il pancreas.

Casi di diabete poco avanzato sono stati guariti dai medici di Lonavla, facendo praticare ai malati Shank Prakshalana ogni due giorni e per la durata di due mesi, insieme ad una dieta alimentare adatta, il pranayama, e ad altre tecniche yogiche.

Sembra che le isole di Langerhans, situate nel pancreas, secernano maggiore quantità d'insulina sotto l'effetto stimolatore di questa ghiandola. La pulitura del tubo digerente migliora l'assimilazione degli alimenti, aumentando il peso corporeo di chi è magro e facendo invece dimagrire chi è pingue.

 

CONTROINDICAZIONI

Le controindicazioni non sono numerose.

Chi soffre di ulcera gastrica deve astenersi e attendere di essere guarito prima di iniziare la pratica. Lo stesso dicasi per chi soffre di affezioni acute al tubo digerente: dissenteria, diarrea, (la colite cronica può essere migliorata praticando questo esercizio in assenza dei periodi di crisi), appendicite acuta, e – a fortiori – gravi malattie come la tubercolosie il cancro.

Queste controindicazioni non sembrano essere assolute. Abbiamo potuto constatare la guarigione di casi di dissenteria, grazie a Shank Prakshalana, e dopo che il malato aveva per mesi impiegato invano i metodi classici.

La medicina dovrebbe avere tutto l'interesse ad usare anche queste tecniche.

L'esercizio è efficacissimo per completare il trattamento delle ossiuriasi (malattia dovuta a infestazioni di ossiuri, e precisamente di Enterobius Vermicularis). Difatti, anche le uova di questo parassita vengono eliminate.

Tuttavia la numerosità dei villi può permettere ad alcune uova di sfuggire al trattamento.

SHANK PRAKSHALANA movimenti ed esercizi:

 

Movimenti

Bisogna fare quattro movimenti rapidamente, circa in un minuto.

Per far uscire l'acqua dallo stomaco

In piedi, con i piedi separati di circa 30 cm. Braccia distese verso l'alto con le dita della mani intrecciate, palmi rivolti  al soffitto. Flettere il busto lateralmente, 4 volte ad ogni lato. Prima a sinistra poi destra. Muoviamo solo il tronco, le anche e i piedi restano fermi. Non è una torsione o rotazione con asse la colonna vertebrale, il tronco resta sempre orientato in avanti, inclinandosi a livello della cintura verso un lato. Impiegando IN TUTTO 10 SECONDI CIRCA

    

 

 

Per far avanzare l'acqua nell'intestino

In piedi, con i piedi distanti 30 cm uno dall'altro. Il braccio destro steso verso destra, orizzontale, parallelo al pavimento, con la palma della mano verso il basso. Il braccio sinistro, con il gomito piegato e la mano appoggiata sulla clavicola. Il gomito in fuori, sul piano della spalla. Ruotiamo il tronco verso destra, in modo che il braccio stesso vada verso dietro mentre guardiamo la punta delle dita della mano. Ripetiamo poi verso l'altro lato (4 volte per ogni lato). DURATA TOTALE DI 4 X 2 MOVIMENTI = 10 SECONDI.

 

 

Per far avanzare l'acqua attraverso l'intestino tenue

Sdraiati a pancia in giù, solleviamo il tronco e la testa mantenendo le braccia distese. Tocchiamo il suolo solo con le dita dei piedi (separati di 30 cm) e la palma delle mani (ognuna al di sotto della propria spalla e con le dita orientate verso avanti). Giriamo la testa, le braccia e il tronco ad un lato fino a vedere il tallone opposto. (4 volte ogni lato). DURATA TOTALE DI 10-15 SECONDI.

 

Per far avanzare l'acqua attraverso il colon

Seduti a terra con le gambe unite e distese in avanti, la schiena dritta appoggiando sulle braccia stese. Pieghiamo la gamba destra, incrociando la sinistra passiamo il piede destro all'esterno della coscia sinistra e lo manteniamo in posizione con la mano destra. Ruotiamo il busto verso sinistra e guardiamo indietro (4 volte per ogni lato).

 

RIEPILOGO DELL'INTERA TECNICA

1) Bere un bicchiere d'acqua calda e salata in proporzione di mezzo

cucchiaio da minestra per ogni litro.

2) Eseguire il ciclo completo di movimenti.

3) Bere il secondo bicchiere d'acqua.

4) Proseguire in questo modo fino a bere sei bicchieri d'acqua.

5) Andare al gabinetto e attendere che avvenga una prima evacuazione. Se

non avviene entro 5 minuti, ripetere la serie degli esercizi senza bere altra

acqua. Ma se l'evacuazione non avvenisse ancora, può essere provocata con

un enteroclisma che ripristina la peristalsi intestinale e avvia il e sifone.

6) Bere un altro bicchiere d'acqua, effettuare gli esercizi, ritornare al

gabinetto.

7) Proseguire cosi rispettando sempre l'ordine: 1° acqua, 2° esercizi, 3°

gabinetto, fino a quando il risultato sarà soddisfacente. Gli yogi prolungano la

pratica di Shank Prakshalana fino a quando l'acqua viene espulsa limpida

come quando e stata ingerita.

Per concludere (facoltativo), dopo aver bevuto due bicchieri d'acqua calda

non salata, evacuare l'acqua esistente nello stomaco effettuando Vamana

Dhauti. Vamana DhautI vuota lo stomaco, decongestiona il fegato, la

cistifellea e la milza, e interrompe il “sifone”. Se non praticate Vamana Dhauti,

Il gabinetto vi potrà servire ancora per un'ora.

9) Attendere almeno mezz'ora prima di mangiare: In ogni modo non lasciare

mai trascorrere più di un'ora.

Vincere la sete almeno fino a dopo il primo pasto.

 

 

Certificazioni